Later Mission Work


24-10-1698 Portuguese government to Governor of São Tomé — AHU, cod. 1492, Registro de oficios relativos à S. Tomé e Principe, f. 125, n. 4.

Sereis particular cuidado em que no Reino de Oere esteja sempre sacerdote asistente, e que seja provido na forma costumada...

19-7-1701 P.F. Session — APF, Acta, v. 71, n. 12, f. 189, quoted in Salvadorini, pp. 215-216

[The Prefect of São Tomé had requested a subsidy for the mission] massime che da essa deuonsi spedire e prouuedere del bisognevole alcuni religiosi per fondare una nuova missione in Ouueri, ò Benin, ò pur Arda, ou'egli stesso dice essersi incaminato.

In ordine à che deuo dir all'EE. VV. che né sud.i luoghi ui sono stati altre uolte destinati i PP. Cappuchini, e specialm.te in Ouuieri, et Benin del 1650 in tempo che quel Rè si era fatto Cattolico, ma poi furono perseguitati dal Vic.o G.le di S. Tomaso per la pretensione, che non ui potessero stare senza sua licenza, e mandò il Prefetto prigione à Lisbona... [So the subsidy was turned down.]

1-9-1702 David Van Nyandael — In W. Bosman, Nauwkeurige Beschryvinge van de Guinese Gout-Tand-en Slavekust (Amsterdam: Isaak Stokmans, 1778), 218

Als men ontrent anderhalve myl van de mond is gekomen, so siet men spruiten, dewelke een half uur van malkander leggen. Op een van deselve hebben de Portugezen noch heeden een logie en kerk, aen het dorp Awerri genaemt, 't welk meede syn eigene en te gelyk ook vrye koning heest; die den koning van Groot Benin niet hooger agt als syn nabuer en bondgenoot, alhoewel den selven voor hem, noch niemand anders, grootachting heest; mits hy sig inbeeld, de grooste koning der wereld te syn, ten minsten van de Guinese wereld, welke ontrent honderd mylen buiten syn land aen hem is bekend; want het geen daer buiten is, daer van fal hy, door onkunde, miet veel na vertellen.

5-12-1707 P.F.: Summary of report of Francesco da Morro & Francesco da Monte Cassiano: Report — APF, Acta, v. 77, ff. 448-456, n. 24; Salvadorini, 292-296 (1)

Li PP. Francesco da Morro, et Francesco da Monte Cassiano Cappuccini già Missionarij nel'Isola di S. Thomè uenuti a Roma doppo d'hauer terminato il tempo della loro missione, hanno presentato à Nostro Signore una relazione dello stato e bisogni di quella missione, qual relazione Sua Santità hà comandato chè si communichi all'EE. VV., et è in sostanza la seguente.

Comprende la detta missione l'isola di S. Thomè, l'isola del Prencipe, et i Regni d'Ouerio, di Benino e d'Arda.

Il Regno d'Ouerio, ò di S. Agostino situato in terraferma lontano dal mare tre giornate è di clima non così caldo, come l'isola di S. Thomè, ma più humido. Ha il proprio Rè, che è Christiano, come sono anco i suoi vasalli, che tra liberi e schiaui arriueranno a m/30 e sono tutti negri. E stato questo Regno per opera de PP. Missionarij Cappuccini totalmente purgato dall'idolatria e da altre superstizioni, mà ui regna, senza potersi estirpare, il uizio della poligamia tenendo ciascheduno più mogli, etil Rè sino à cento, qual uizio si scusa col pretesto della necessità di più mogli anco per l'interessi domestici, mentre consistendo la ricchezza d'una casa nell'hauere schiaui che lauorino i terreni in diuerse parti, ne volendo questi obbedire ad altri che al padrone, et alla sua moglie, par necessario d'hauere donne che possano distribuirsi chi qua, chi là per assistere e far lauorare i predetti schiaui. Atteso però un tal uizio hanno sempre i missionarij ricusato di maritare sacramentalmente l'istesso Rè, et i Grandi del Regno; mà ciò non ostante un sacerdote negro di S. Thomè esiliato dal Vescouo in quel Regno li sposò sacramentalmente con battezzare anco diversi adulti senza catechizzarli. Per il che i missionarij stimano espediente:

3o. Che in auuenire Mons. Vescouo ò pure il Capitolo di S. Thomè esiliando qualcheduno gli proibischino totalmente l'ingerirsi in materie e funzioni ecclesiastiche.

I Regni del Benino, e d'Arda sono assai uasti, hanno il proprio Rè; i popoli sono negri e gentili, sono per altro docili, mà stante il suddetto vizio di poligamia, non ui fanno profitto i missionarij, benche peraltro chiamati, e ben ueduti dall'istessi popoli.

Passano poi i suddetti Religionsi à rappresentare l'inconuenienti et abusi che regnano in quelle parti circa li schiaui Negri, dicendo che si uendono e comprono dalli marcanti Christiani Portughesi e Francesi, senza considerazione alcuna se siano ueramente schiaui presi in guerra giusta ò nò, il che il predetti PP. suppongono essere contra le Bolle Pontificie; anzi che dicono che l'istessi mercanti, non ostante che il Rè di Portugallo habbia ciò proibito à suoi sudditi, per modo di negozio somministrano à quei popoli armi e munizioni per farsi trà loro schiaui e uendersi.

Che poi passando i predetti schiaui nelle mani de Portughesi, non solo restano perpetuamente schiaui senza speranza di riscattarsi, ma sono anco barbaramente trattati, et in forma peggiore che se fossero animali, ancorche si facciano Christiani, ne si pensa punto da padroni alla loro eterna salute, non lasciandosi ad essi liberi altri giorni, ne quali possino faticare per se stessi, e prouuedersi del cibo e uestimenti, che la Dominica e le Feste, di modo che ne possono in detti giorni osseruare il precetto della Chiesa, ne fare alcuna deuozione. Al che però i PP. missionarij hanno procurato di rimediare con persuadere à padroni di lasciare loro libero oltre le feste anco il Sabbato.

4o. Qual libertà supplicano i detti PP. che si faccia loro godere anco per l'auuenire mediante qualche ordine della S. Sede.

Anzi che i predetti padroni trascurano per più anni di fare istruire et battezzare i medesimi schiaui, non ostante che il Rè di Portugallo per prouuedere à si fatto disordine habbia dichiarato liberi quei schiaui che in termine di tanti mesi non saranno trouati bene istruiti e battezzati. Per il che i suddetti PP. non credono potersi à ciò più opportunamente rimediare, che colla presenza d'un Vicario Apostolico.

E perchè questi schiaui Christiani per la loro naturale incontinenza uiuerebbero in continuo concubinato, i missionarij à ciò prouuedono col maritarli; mà i padroni à ciò s'oppongono col motiuo che quando sono maritati, non possono più uendere l'huomo se non uendono anco la donna, che sarà tal uolta schiaua d'altro padrone.

Onde i missionarij sudetti supplicano:

5o. D'un ordine di Nostro Signore al Vescouo ò vicario Generale di S. Thomé, che uenendo qualche schiauo ò schiaua impedita dal suo padrone di maritarsi gli sia dal Vescouo ò dal Vicario leuata e fatta libera.

E perchè anco i Prefetti di quella missione sono negligenti, anzi renitenti in dar moglie alli negri, che ò per uoto ò per limosina si danno all'hospizij de missionarij, e continuamente li seruono, i religiosi suddetti fanno istanza:

6o. Che si ordini a quei Prefetti, come anco à superiori degli altri hospizij di maritare i detti negri quando per l'età ne saranno capaci.

Rappresentano ancora i detti religionsi che non ostante l'ordine del Rè di Portugallo che tutte le naui le quali passano trà gentili alla compra de Negri portino seco un cappellano per seruizio spirituale de marinari, le naui che dal Brasile uanno annualmente per tal effetto nella guinea non osseruano un tal ordine, e perciò i poueri marinari uiuono, e ben spesso muoiono, senza sacramenti. Onde si stima ncecessario:

7o. Che dalla Santità di Nostro Signore s'incarichi secrettamente à Vescoui del Brasile, di fare che le naui destinate come sopra alla compra de Negri uenghino onninamente prouuedute di qualche cappellano.

Hanno poi i medesimi religiosi esposto in uoce à Sua Santità d'essere stati molto tempo senza celebrare per difetto di farina e di uino per il Sacrificio. In ordine à questo però dice Mons. Segretario che hauendo il Padre Francesco da Pauia Cappuccino già Prefetto delle Missioni del Congo rappresentato l'istesso bisogno anco de suoi missionarij, l'EE.VV. nella Congregazione delli 2 di Maggio passato ordinarono che si prouuedesse secondo il solito per mezzo del Sig. Cardinale conti Nunzio in Portugallo, à cui essendogli di ciò scritto, hà risposto che prouuederà opportunamente à conto della Camera Apostolica, la quale dourà poi qui rimborsarsi dalla Sacra Congregazione.

10-6-1709 Bonaventura d'Occimiano to P.F. — APF, Acta, v. 79, f. 277 ff.; this is from f. 178r; cf. also ASC, Acta, v. 79, f. 277, n. 43

... E s'agera ancora l'abuso, che regna in tutto quelle parti di uendere e comprare l'huomini al mercato come bestie: Onde molti de quei poueri negri uedendosi fatti schiaui si disperano e s'ammazzano da loro medesimi, per lo più affogandosi, che però stima[no] necessario.

20-1-1710 Francesco da Collevechio — APF, Scritture riferite, v. 3, f. 475. This letter was summarized by P.F. on 12-5-1711; APF, Acta, v. 81, n. 36, f. 275v-276v, in Salvadorini, pp. 218-219

Eminentissimi e Reverendissimi Signori

Siamo con questa primieramente ad inclinarci profondamente per riverenza alle EE. Loro, e poi darli in abozzo notitia di queste nostre missioni acciò che discaricandoci noi le nostre conscienze apresso dall'EE. Loro, da esse ui si possa prouedere d'opportuno rimedio: deuono in tanto sapere, come nel principio della sua prefettura l'odierno Prefetto volse visitare le missioni, e dopo d'essere stato nel'Isola del Principe, doue sono tutti Xrsi, da quella ne leuò i frati, cioè me e il Pre. Polinaria da Brescia, portandoci in terra ferma, doue supponeua fra quai Gentili di trouare qualche adito da seminare la nostra santa fede. Ma giunti colà, si trouò tutto il contrario; poichè nel Regno di Benino doppo d'esserci stati molti giorni, il Rè ne meno diedi udienza al Prefetto. Onde questo, veduta l'ipossibilità del bene operare, se ne partì colla medema imbarcatione colla quale era andato, assieme con frati, ed andò in Ouerio doue stauano due altri de nostri missionarij. In quest'altro Regno portò parimente i mede.mi frati quali haueua leuati dall'Isola del Principe, con intentione (già che non haueua potuto penetrare in Benino colla missione) almeno lasciarli in Ouerio; ma iui non solamente trouò tutti i secolari ostinati idolatri & dediti alla stregarie, ed ad ogni sorte diuino abomineuole, ma in oltre, i due frati nostri, che iui stauano sin' dagl'anni antecedenti senza hauere imbarcatione per potersene ritornare a dietro, non solo non faceuano auanti nella propagatione della fede, ma in oltre per uiuere, doppo d'hauersi uenduto tutte le cose lore di deuotioni e compratone robbe da mangiare, abbondando quel paese di pile di terra, seu pignatte, comprauano di quelle a buon prezzo, e poi le portauano sopra delle proprie spalle, ed i due de nostri negri che seco teneuano à uendere in altri paesi lontani à maggior prezzo, e con quell'auaroso si comprauano il uitto quotidiano; là onde il nostro P. Prefetto, hauendo non solo trouato tutta la gente idolatra, ma ancora asseruato con pratica, che non uoleuano lasciare le loro indignità, e uenire alla fede, che à missionarij per uiuere era d'uopo di fare negotij da schiaui di Galera, cosa non solo indegna, ma affato contraria allo stato nostro, non ui lasciò altri operarij, ed in oltre ne leuò quelli chi attualmente ui stauano, oltre che questi due Regni non saranno conquiste di Portugallo, e che i Portughesi ui tenghino fortezze e gouernadori quali mantenghino l'autorità de misionarij. Nel Regno d'Arda poi gl'anni à dietro il Prefetto antecessore di questo, ui uolse mandare due frati, ma quelli se ne ritornorono subito, a causa che quel Reyno è conquista d'Olanda, e gl'Olandesi ui tengono le loro fortezze. E questi, per essere heretici, non uollero riceuere i nostri missionarij, à permeterli, che hauessero colà trauagliato per la fede.

In quest'isola poi di S. Tomè non solamente ui sono il Capitolo, i Canonici, e Preti i quali amministrano bastantemente tutti i sacramenti alla città e parocchie doue non ui sono più che dos tre mila anime in città, e sono tutti Xr.ni. Ue è ancora un ospitio de PP. Agostiniani Scalzi, i quali confessano, e predicano, e fanno il rosario le domeniche; ma in oltre dieci mesi à dietro, conforme supponiamo, che anche le EE. loro à quest'hora ne habbiano hauuta notitia, il Vicario Capitolare di questo Capitolo prohibì con scomunica fulminata per cadolore[??] e publicata per cursore auanti della nostra chiesa ancora à nostri frati che in modo alcuno auessero per l'auenire ardito di predicare al popolo, o confessar secolari, ed al popolo parimente con scomunica prohibì che non uenissero in nostra chiesa à sentir prediche o confessarsi, e questo à causa, che i missionarij siano tenuti à dimostrare all'ordinario Vescouo o Vicario le loro patenti, e che so giaccino all'esame tanto per la predica quanto per la confessione, e questo à causa, che il Capitolo pretende, e tiene che tanto qui quanto in dita isola dell Principe quale parimente è chiesa gouernata da essi, non ui dobbia essere nostra continua missione, ne più farui bisogno di predicare la fede, essendo questa già stabilita. E perchè il nostro Prefetto à tutto ciò ha repugnato, noi stiamo sospesi à loro che quando ciò fusse sopito, pure in questo ospitio non habbiamo che fare à causa che per la confessione il Capitolo ed i P.P. Agostiniani sono souerchi, e per le prediche non si predica se non che le feste solamente, nella quaresima e nell'Aduento e qualche panagirica de santi al raro.

Poichè à tutto ciò ponno osseruare le EE loro come qui uengono i missionarij, come già ui siamo attualmente noi, con intentione di far molto, sicome si fa in altre missioni, e poi non si fa niente. Laonde altro non facciamo se non che dire missa e dire pater nostri per noi. Che però le EE loro si degneranno per l'auuenire non solamente non mandarui altri missionarij, ma in oltre ordinare in risposta di questa à noi in che cosa ci dobbiamo impiegarci per non fare una uita come al presente otiosa: Che se poi il nostro P. Prefetto di tutto ciò non hauesse sin hora dato notitia all'EE loro, tutto ciò deuono sapere, prouenga à causa che non uuole che si dica nella religione, che in tempo del suo gouerno sia dimessa la missione; tanto li dobbiamo, e con ciò di nuouo inclinarci all'EE loro, e pregandoli dal Sig.re aumento d'oltre sua santa gratia, restiamo baciandoli il lembo delle sacre porpore.

S. Tomè li 20 di Giannari 1710

2-11-1710 Oba of Benin to Procurator General of CapuchinsBullarium Ordinis Fratrum Minorum, v. 7, p. 232; in Salvadorini, 297

Rev. Pater: Alongo jam tempore, et praesertim, quando adhuc meus pater gubernavit, legem Christi amplexari statuimus, quod tamen ob varia bella, quae hoc Regnum adeo vastum, et regnis diversorum Gentilium et Idolatrarum conterminum infestabant, executioni dare non potuimus. Jam vero sicut gratia Dei, defacto plena fruimur pace, ita tempus operis perfectioni opportunum non perditur, attenta praesertim sollecitudine P. Praefecti, Fr. Cipriani a Neapoli, qui post suum ad S. Thomae Insulae regressum, duos Religiosos Missionarios ad hoc meum Regnum ablegavit, eo affectu ab omnibus exceptos, quo fuerant expectati. Ego autem iis habitaculum, situm et aedes assignari feci, quatenus ab omni sujectione liberi essent, cura cultus Dei, et animarum profectus duntaxat excepta: iis et ulterius assistam, quatenus omnes Fidem christianam amplectantur, prout per iniunctas litteras, quas Rev. Pat. Vestra consignari disponet Sac. Congregationi de Propaganda Fide, fusius perscribo. Nolit Rev. Pat. Vestra desistere a motu hujus negotii, ne bonum intentum suum privetur effectu: nec ego deero partibus meis, et debito gratificandi Patribus in omnibus, quae pro hujus Missionis incremento possibilia et necessaria erunt.

Ex Regno Benini 2 Novemb. 1710. Filius Obligatus. Obba Rex Benini.

12-5-1711 P.F. reaction to reports — APF, Acta, v. 81, n. 36, ff. 277-278v; in Salvadorini, p. 219

Che il Regno d'Ouerio, e di S. Agostino in terra ferma lontano dal mare tre giornate, hà il proprio Rè, che dissero li medesimi PP. essere Christiano, come sono anco tutti suoi vasalli, che trà tutti, liberi e schiaui, saranno m/30: e sono tutti negri. Essere questo Regno per opera de' missionarij Cappuccini stato totalmente purgato dall'idolatria e da altre superstitioni, ma regnarui la poligamia, che non si puol' estirpare, adducendosi il pretesto della necessità de più moglie, anche per gl'interessi domestici per distribuirle chi quà, e chi là ad assistere e far lauorare li schiaui. Ciò però non concorda con quello dicono li PP. missionarij, che sriuono ora, mentre, come sopra, dicono che non ui si possono fermare, et essere pieno d'idolatri, che sono ostinatissimi nelle loro superstitioni. Che li regni di Benino e d'Arda sono assai uasti, et hanno il proprio rè. I popoli sono negri e gentili, peraltro docili, mà stante il sudetto uitio di poligamia non ui fanno profitto li missionarij benché peraltro chiamati e ben ueduti da quei popoli. Ciò che ora si rappresenta dal sudetto P. Francesco da Colleuecchio e compagni, euiene anco confermato in una relatione presentata alla Santità di Nostro Signore dal P. Bonauentura d'Occimiano Cappuccino ritornato dalla Missione di S. Thomè, e riferita in questa Sacra Congregatione li 10 giugno 1709 dicendo in essa che li missionarij in quell'isola non faceuano altro che predicare e catechizzare, amministrando li sacramenti quei parochi secolari, quali disse essere con tutti gl'altri ecclesiastici di costumi molto rilassati e di grande scandalo al popolo, e però suggerì di costituire un Vicario iui Apostolico giaché li vescoui che ui andauano poco ci uiuevano.

2-11-1710 Oba of Benin to P.F.Bullarium Ordinis Fratrum Minorum, v. 7, pp. 232-233; in Salvadorini, 298

Eminentissimi Domini Cardinales.

Jam a longo tempore, quo PP. Missionarij Capuccini hocce Regnum accesserunt, nos omnes ob famam eorum, quae pro cultu Dei operabantur, eos peculiari obsequio excepimus, et pariter erga illos aeque ob bonos Europaeorum mores, ac etiam ob fidem Catholicam, quam profitentur, amplectandam, Nos bene affectos monstravimus. Hucusque autem pro bella, quibus occupabamur, id exequi non potuimus; hinc et Praefectus, P. Cyprianus a Neapoli, anno elapso ad Insulam S. Thomae rediit, cum spe tamen quod alia vice operam suam ad nostrum favorem impendere posset, prout et successit; nam hoc anno ablegavit ad hocce Regnum duos Patres, quos Ego, Magnates, omnisque populus admisimus, et benigne excepimus: Permanent illi in hacce nostra Civitate, cum iis quasdam aedes situs liberi, exempti et independentis pro libero ipsorum et aliorum Patrum ad hocce Regnum venturorum commodo donaverim. Donationem jam acceptaverunt, manetque Summo Pontifici, et EE. Vestris, quarum Patres praedicti subditi sunt, subjecta. Ut autem in hoc nostro vasto Regno doctrina Christi dilatetur, plures Patres necessarii sunt: quapropter eos, ad tam pii operis perfectionem, et pro divini cultus incremento, ad me ablegare velint. Ego aeque ac mei Magnates illos omni possibili charitate fovere non omittimus, divinctique manebimus EE. Vestris, a quibus sanctam precor Benedictionem, et quas Deos conservet. Ex regno Benini 2 Nov. 1710. Humilis et fidelis Filius. Obba Rex Benini.

2-11-1710 Oba of Benin to the PopeBullarium Ordinis Fratrum Minorum, v. 7, p. 232-233; in Salvadorini, 299

Beatissime Pater,

Hodie gratia Dei, me voco humillimum Filium Sanctitatis Vestrae, quam veneror ceu Christi vicarium, et a qua Sanctam Benedictionem reverenter efflagito, quatenus in me et cunctis meis subditis desiderium Christi Fidem amplectandi, jam diu in nobis accensum perduret, prout duravit a tempore Patris mei, qui et ipse huius sensus erat, attenta aedificatione, et exemplo, quod annis elapsis Capucini Itali in transitu huius Regni ad partes Regni Overii Nobis praebuerunt. Quod autem nostra conversio tunc non fuerit deducta ad effectum, non ex defectu sollecitudinis aut praedicationis dictorum Patrum, sed ex causa bellorum, quae totum meum Regnum involvebant, provenit. Postquam enim P. Praefectus, Fr. Cyprianus a Neapoli, qui anno elapso indefesse ad hunc finem apus nos laboravit, difficultate ex dicto belli motivo exortas advertisset, ad S. Thomae Insulam rediit, firma tamen spe in Deo fretus, quod nec ejus operatio, nec nostrum desiderio suo destituendum esset effectu. Impraesentiarum divina Misericordia nos solari dignata est, cum enuntiatus P. Praefectus ad nos miserit duos Patres, a nobis benigne receptos, quos tum ego, tum mei Magnates amplexi, et eorum consilia secuti sumus. Ordinavi insuper, ut iis situs et domus apta pro habitatione tum illorum, tum aliorum Patrum, qui in futurum appellerent, assignaretur, quorum iis facta est publica donatio, ita ut libere illis uti, ibi habitare et pro Dei cultu laborare possint. Attenta autem vasta Regni mei extensione major Operariorum Evangelicorum requiritur numberus: hinc majore, qua possum, demissione, Sanct. Vestrae supplico, quatenus plures Religiosos pro operis tam sancti prosecutione ablegare dignetur, persuasa, quod pro parte mea debito meo iis in omnibus necessariis, quae cultum Dei aeque, ac eorum Personas concernunt, exacte sim satisfacturus. Qua eadem occasione me obedientiae S. Matris Ecclesiae subjicio, et Sanct. Vestram, ceu illius Caput, et Dominus hujus mei Regni recognosco. Deus prosperet Sanct. Vestram, cujus sacros pedes majore, qua possum, humilitate exosculor. Ex Regno Benini, 2 Nov. 1710. Indignus et humillimus Filius etc. Obba Rex Benini.

14-12-1711 P.F. report of Nuncio to PortugalActa, vol. 81, 656v-657r (n. 39) -

Monsignor Nunzio in Portugallo informando le EE. VV. sopra l'istanza dei pp. Cappuc. nell'isola di S. Thomé Missionarij, d'essere impiegati in qualche altra partte, mentre iui paresca loro d'essere inutili e superflui, stanti le oppositioni di quel clero secolare, che non gli permetteua d'esercitare il loro officio. E dice d'auer fondamento l'esposto dalli or[ant]i, et essere ueramente giudicati inutili in quella missione, non solo perchè in quell'isola ui è abbondanza di sacerdoti secolari et anche regolari, ma anche perchè è negato loro l'accesso nel uicino Regno di Ouerio, il quale è tornato tutto al gentilesimo, e però conchiude che anche al giuditio de' PP. Cappuccini Italiani di Lisbona, sarebbe piùtosto espediente che s'incaricasse da questa Cong., opure dal Ré di Portugallo al vescouo pro tempore id S. Thomé, che in macanza de' missionarij Cappuccini mandasse in detto Regno di Ouerio, come anche nell'arena?? di Cabinda, oue pure gl'abitanti uiuono da gentili, benchè riceuino il battesimo, li PP. Agostiniani Scalzi che continuamente dimorano in d.o S. Thomè.

19-4-1712 The King to the Governor of São Tomé — AHU, São Tomé, codice 489, f. 236r

Para o Gou.or da ilha de S. Thomê.

Gou.or da ilha de Saõ Thomê, Rr.e. P.e Fr. Sipiriano de Napolles, Prefeito dos Capuchos missionarios desta ilha, em carta de 28 de Abril do anno passado, me deu conta de hauer mandado dous relligiosos de missaõ ao Reyno de Benim a onde foraõ tambem aceitos da Rey, e seus grandes, que logo lhes mandara dar casas e citio para fabricarem igreja. Como o mismo Rey me segura em carta que me escreueo e se mostra inclinado a seguir a Fe Cathollica, e porque na sua carta insinua haver recebido aos ditos relligiozos em nome da Sagrada Comgregaaõ, me pareceo ordenaruos tomeis todas as noticias necessarias da forma com que os ditos padres aceitaraõ e ajustaraõ o daro lhe o tal citio, e me deis conta do que nisto achareis. Escrita em Lisboa a 19 de Abril de 1712 - Rey

1712 Conselho Ultramarino to Cipriano da NapoliIbid.

Para Prefeito dos Capuchejdes de S. Thomê.

P.e Fr. Siprianno de Napolley Rr.e visse avisso vosso de 28 de Abril do anno passado, em que daes conta de haverej mandado dous relligiozos de misiaõ ao Reyno de Benim a onde foraõ tambem aceitos do Rey, e seus grandes, que logo lhes mandara dar cazas e citio para fazerem igreja. Como o mesmo Rey mi segura em carta que me escreueo e se mostra inclinado a seguir a Fe Catholica, e porque na sua carta insinua hauer recibido aos ditos rellegiozos em nome da Sagrada Congregaaõ, me pareceo ordenaruos que no cazo que esteja para algum termo da terra que deu o Rey de Benim para se la tomar [next page missing]

1713 P.F. summarizing report of Filippo Calvello — APF, Scritture riferite, v. 4, f. 30rv

Nel 1713 riferì il P. Filippo di Calvello retornato da S. Thomè, che i Cappucini erano iui fructuosi... che nel Regno di Oueriro regnavano molti disordini senza speranza di toglierne alcuno e essere la gente indocile, e dedita all'idolatria e superstizione, che in Benim per la stessa causa ui era poco da far del bene, ma che quel rè ui aueua accolti cortesemente due missionarj, con auer poi donato loro luogo proprio, e casa per dimorarui...

3-4-1713 P.F. again summarizing report of Filippo CalvelloActa, vol. 83, 113v-114v (n. 39)

Il P. Procuratore Generale de Cappucini ha presentato alle EE. VV. una succinta relazione della missione di S. Thomé. Della missione di S. Thomé, fatta dal P. Filippo da Caluello, che ui è stato missionario et ora n'è tornato. Dice aunque il deto Pre. che in tempo suo i Cappucini erano ben ueduti dal popolo e ui faceuano frutto, che ui anno tre parocchie nelle quali ui uorrebbero tre sacerdoti et almeno altri quattro nella città.

Che nell'Isola del Principe ui uogliono due sacerdoti esserui si fatto per il passato gran frutto, ma ora per l'indiscrezione dei missionaij esserui nel popolo delle diuisioni.

Et io mi fò lecito di dire all'EE. VV. che il prouedimento dei missionarij nei sudeti luoghi depende dalla resolutzione che si prenderà nella ponenza da riferirsi dall'E.mo Casini.

Nel Regno d'Ouerio auer trouato moltissimi e graui disordini, quali indiuidua, nè esserui speranza di toglierne alcuno per essere la gente indocile, unicamente dedita all'idolatria e superstizione, e solo applicata à darsi piacere e spasso.

Nel Regno del Benino auere egli parimente trouato poco da far bene per l'istessa causa delle superstitioni. Auer però doppo sentito che quel Ré ha cortesemente accolto alcuni missionarij, e dice qhe ui uorrebbero quattro religiosi.

12-6-1714 P.F. on Benin developments — APF, Acta, v. 84, n. 43, f. 343; in Salvadorini, p. 221. (2)

Mi fò lecito de ricordare all'EE.VV. che Monsignor Nunzio di Portogallo mandò due copie di lettere, una del Rè di Benin à quello di Portogallo, in cui li domandaua altri missionarij Cappuccini, e l'altra del Rè di Portogallo al P. Prefetto di S. Thomè, nella quale gli comanda di receuere in nome di Sua Maestà, e non di questa Sacra Congregazione, la casa e chiesa donata dal medesimo Re di Benino ai Padri Cappuccini.

9-1-1719 P.F. summarizing report of Celestino d'Aspra — APF, Acta, v. 89, f. 16 ff.; this part begins on 18v.

Il P. Celestino d'Aspra Cappuccino già missionario in S. Thomé et altri luoghi circonuicini, essendo ritornato da quelle missioni per adempire l'ordine hauutone dalla S[anti]tà di nostro Signore, ha presentato una breue relazione dello stato e disordini che ha osseruato in dette missioni...

Quello poi che riguarda il regno di Benino compreso nel distretto della prefettura di quelle missioni, dice che essendovi egli per mezzo di regali penetrato con un compagno e dimoratovi tre anni ha conosciuto non potervi si fare alcun frutto, essendo quei popoli ostinatissimi ne loro errori, e non ostante che confessino esservi Iddio Creatore del tutto, dicono che il vero Dio è de Xni bianchi, e per loro è il Demonio, quale adorano perchè è malo e cattivo, ma dice loro ciò vogliono sapere, et anco acciò meno li dannifchi; esservi però qualcheduno che seguirebbe la S. Fede, ma il rè non vuol dar licenza e libertà di professarla.

In ordine à che dice M. Segretario che anco il P. Francisco da Colle Vecchio, e Filippo da Calvello Cappuccini già missionarij in S. Thomè rappresentorono nel 1711 e 1713, che nel regno di Benino ve era da far poco frutto per esser ripieno di idolatri ostinati nelle loro superstizioni. Per altro nell'anno 1712 si hebbero lettere di quel rè, colle quali dava parte della sua conversione alla S. Fede Cattolica, e nel 1714 si hebbe notizia che havesse accolto nel suo regno i PP. Cappuccini, e donato loro casa e sito da fabbricare una chiesa.

1722 Bernardo Maria da Salerno to P.F.: made Prefect — SR, v. 4, f. 204

Eminentisimi miei Signori Cardinali de Propaganda Fide

Dispose l'Alta Prouidenza dell'Altissimo Iddio Signore che riceuessi dal R.mo nostro P.e Procuratore Ge.le una lettera nella quale mi significaua che l'Eminenze Loro haueuano disposto della mia pouera persona per?? prefeto delle missioni di S. Thome, esendo stato già nelle med.e spacio di sete anni, abenchè il decreto non sia anchora peruenuto alle mie mani, nuladimeno, perche il P.e Procuratore nostro mi auisa nella sua che già era spedito, e che in uigore della sua lettera obidienciale m'incaminassi alla uostradi dette missioni, e per trouarmi già in questo posto da Bahia, stimo obligho del mio officio auisare le Eminenze Loro di quanto passa, a fine di porui piu ualido il rimedio.....

18-7-1722 Alessandro Maurizio da Uercelli — SR, v. 4, f. 242

S. Thomé li 18 Luglio 1722.

Ill.mo e Reuere.mo S.re

Già con altra mia, spinto dal zelo di non vedere questa missione perta, essendo in questa parte necessarissima per gano e aumento di nostra S.ma Fede, me parse l'ardire pormi à piedi di V.S.M.ma e Reuerand.sma raguagliandola dal miserabile stato in cui si ritroua questa missione, per causa de non essere, a tempo soccorsa con missionarij, ació habbi la bontà di fare partecipare la Sag.ra Cong.ne da Propaganda, non hauendomi giouato tante instanze fatte al Pre. Procuratore Generale dalla Religione per questo affetto. Mi prendo l'ardire di raplicare il medessimo, ació nello tribunale di Dio non si attribuiscano a me con tante altre mie omitioni li danni spirituali che risltano nelle anime di cotesti popoli, e da gentili della costa per non hauerne dato auiso.

Quando qua gionsi non ritrouai che un solo missionario in tutta la missione. Io con altri otto, tra quali due laici, ho di nouo riposta la misione nel Regno d'Ouerio, oue andaij a questo fine in persona, questa ho obtenuto ue arrichero, ma essendo morti tre missionarij, e gl'altri pochi che qui aueua sono per hauer terminado il suo tempo, non è piu possibile di tratenerli in questo pestifero clima, che non se ne partino per Europa. Ne auendo in sette anni e piú che qui sono hauuto nessuno soccorso di missionarij, che il Padre Luiggi da Genoua gionto poco tempo fá, sono stato forzato di nouo à abbandonare la missione del Regno d'Ouerio con notabilissimo danno spirituale di quelli pouerelli. E se presto non gionge quaoche soccorso, sará forzato chiudere gl'altri hospitij: Raprasento questo all'imparegiable zelo di V.Ill.ma e Reuerende.ma per il raparo a questi danni al più presto sará possibile. Et humilissima.te inchinandola, resto col baccio dalle sagre fimbrie.

Di V.M.ma e Reuerend.ma humil.mo et Esseq.mo seruo
Fra Alessandro Maoritio da Vercelli Cap.no Prefetto.

3-7-1724 Andrea da Mornico to P.F. — APF, Scritture riferite, v. 4, ff. 318r-323r; cf. f. 291

Il P. Andrea da Mornico, Cappucino, tornato ultimamente dalla missione di S. Thomè, nella quale ha terminato il suo settennio, da ragguaglio all' EE. VV.

Regni d'Ouuerio e Benino

Che nella costa di Mina vi sono i due regni d'Ouuerio e Benino popolatissimi con molti christiani, particolarmente nel primo, che è l'unico fra tanti regni di quelli parti, che abbia il suo rè, corte e nobilità negra, tutta cattolica ed amantissima di nostra S. Fede.

Che per tal ragione sono i detti regni stimati, ed amati in modo particolare dal rè di Portogallo, quale quantunque creda che presentemente vi siano missionarj cappuccini, la verità se è che un tempo fà vene furono due, ma d'allora in poi stante la scarsezza de' religiosi, mai più vi è andato veruno. Per ciò dice esser necessario di mandarsi in ciascuno di questi regni due sacerdoti con un laico, e di prouidere habilmente, che non manchi loro il vino e farina per la missa, essendouine in quella paese somma penuria.

In ordine à che ho l'onore di dir all'EE. VV. che nel 1711 si ebbe notizia da alcuni cappuccini missi in S. thomè, che nei suoi regni di Benino, et Ouerio i sagri operarj non poteuano fermaruisi, ne operare alcuna cosa di buono, perchè eran pieni d'idolatri ostinatissimi nelle loro superstizioni. Il sopra accennato P. Filippo di Calvello riferì pure nel 1713 che in Ouerio aueua trouato moltissimi disordini, senza speranza di toglerne alcuno, essere la gente indocile, unicamente dedita all'idolatria e superstizie. Del regno di Benino poi disse che aueua trouato poco da farui del bene per le stesse cause e superstizioni, auer però udito che quel rè ui aueua cortesimamente accolto alcuni missionari, aggiungendo che ne meno quatro di questi sarebbero iui stati sufficienti. In fatti nel 1714 si ebbe auuto rincontro che il pred. rè aueua riceuuto due padri, con auer loro assegnato luogo e casa per dimorare, ma nel 1719 diede parte il P. Celestino d'Aspra il ritorno, che fece dalle missioni di S. Thomè, che penetrato egli con un compagno del diuisato regno, e dimoratoui per tre anni, conosce non poteruisi far alcun frutto, essendo quei popoli ostinatissimi nei loro errori, et adorano il demonio; esserui però qualcuno che seguirebbe la S. Fede, ma che il rè non uoleua dar licenza e libertà di professarla...

c. 1724 Andrea da Mornico to P.F. — APF, Scritture riferite, v. 4, f. 291 ff.; this part is from 292b.

... Nella costa poscia di Mina ui sono due regni d'Ouuerio e Benino popolatissimi, oue sono molti cristiani, particolarmente Ouuerio, il quale fra tanti regni è unico che uanti d'havere il suo rè, corte e nobilità negra tutta catolica, et amantissimi della nostra SSma religione. Sua Real Maestà Portuguese stima ed ama cotesti regni, e zelante Abvet??anto l'eterna salvezza, doue già pensa che attualmente ui siano de nostri missionarij à trauaglare, ma la uerità se è che da due in poi, i quali ui stettero un tempo mai più ue se ne rimandato per la paucità de religiosi, che di qua colà si spediscono, essendo assolutamente impossibile con si puoco h.o??, e tanta uastità de missioni. In cada uno de questi due regni ui uorrebboro almeno due buoni missionarij col suo laico fratello. Oltre qualche ispediente per cui non douesse mancare loro ne farina ne uino per poter proseguire la celebrazione de sagrosanti misterij, sendo una compassione la somma scarsezza de tali cose in si fatti regni...

17-4-1725 Nuncio in Lisbon — SR, v. 4, f. 356

E.mo e Re.mo Sig.r mio Pre. Col.mo

Perche restino proueduti di missionarij il Regno di Benin, le isole del Prn.pe e di Annobono, come ancora Agiuda, questo Pre. Sup.re de Cappuccini scriue al Pre. Proc.re affinche mandi sollecitam.te tanti religiosi, quanti uerranno stimati bastanti per le missioni. Ond'io, che considero ciò molto seru.o di mio, e bene di quelle anime, ne supplico ancora più le V.S.Ill.ma perche col suo zelo procuri la celere Spediz.ne de soggetti, che debbono portarsi à quelle parti; per euitare però le difficoltà, che si potrebbero quà incontrare nell'esecuz.ne di questo disegno, è necess.o che si faccia la destinaz.ne di tutti li missionarij, che si mandaranno, per l'Isola di S. Thomé coll'intelligenza che quel Pe. Prefetto ne faccia la ripartiz.ne per li enunciati luoghi, secondo stimarà più espediente, senza che apparisca nelle patenti di costa, il luogo preciso à cui sono destinati, e questa cautela è somm.te necessa.a per non entrare qua in negoziati inutili. E rassegnando à V.S.Ill.ma in tale occas.ne il mio inalterabile ossequio, le baccio hu.te le mani.

Lisbona 17 Aprile 1725

M.S.Ill.ma Rma
Fid.mo et Oss. ser.uero
F. Antonio di Nicea
[bottom of first page:] Mons. Ruspoli, Seg.rio di Propaganda Fide, Roma.

18-6-1729 Prefect to P.F. — SR, v. 4, f.?

Essendomi stato ordinato di dare alla S.ma Cong.ne di Propaganda un distinto e fedele raguaglio dello stato in cui ho ritrouata la missione di S. Thomé, dall'operato da me per rimetterla, e come si ritroui al presente proueduta di missionarij, dico donque hauendomi io essibito per seruitio delle missioni con totale indiferenza mi fu spedita di portarmi in Genoa per l?? il mese d'Agosto dal 1713, e poscia il mese di nouembre riceuei ordine di trasferirmi in Roma per quiui auere le notitie necessarie per il gouerno di quella misione quale si ritrouaua totalmente persa per causa d'una lite che uestaua tra missionari e canonici di S. Thomé, e invasioni francesi che con prudenza procurassi d'aquistare le case e por fine ad ogni lite e che tese auertiui di non porue impegni tra la sua Cong.ne e la Corta di Portugallo, mi furono assegnati per missionarij li Padri: Bernardo Maria da Saleme sacerd.e, P. Andrea da Mornico pred.re, P. Benedetto da Morano pred.re, P. Cuargelita da Torino pred.re, P. Daniele da Rogiano pred.re, P. Domenico da Cesena sacer.e, P. Patritio da Venezia sacerd.e, il padre Domenico da Cimira pred.re, Fra Francesco Maria da Monte Altodo laico, Fra Michel Angelo d'Aquauiua, e Fra Domenico d'Agliano laico, che in tutti fanno noue sacerdoti, e tre laici. Di questi ritornorono a dietro in Genoua il Pre. da Cimina e Fra Michele Angelo d'Aquauiua: et in Lisbona il P. Patritio da Venezia. Mi fu promeso s..tuine?? altri tre, quali mai ho ueduto.

Gionsi in S. Thomé li 24 Giugno dal 1715. Et in tutto il distretto dalla missione non ritrouai altro missionario che il P. Gioanni Giacomo Romano nel'isola del Principe, gl'hospitij tutti abandonati et in potere da secolari. Desiderando io d'accomodarmi con il Capitolo feci che il Vescouo quali ritrouai in Lisbona scriuesse à quelli Canonici e li essortasse ad un amicheuole acordamento. Così si fece, perche il giorno doppo dal mio ariuo furono tutti insieme à uedermi, et in poche parole si acordassino, ne mai più si parló di lite, e sempre sono uissuto in pace.

Doppo passate le solite infirmitá, mi aplicai alla riparatione degl'hospitij. Mandai all'isola del Principe il P. Andrea da Mornico, con il P. Bernardo Maria da Saleme, e essendo partito per Europa, il P. Gioanni Giacomo Romano, mandai pure all'isola del Principe il P. Domenico da Cesena.

L'anno del 1717 hauta occasione di naue che andaua ad Ouerio in persona determinai andarui per di nouo stabilire quella missione che per mancanza di missionarij erano dieci anni che collá non assistiuano. Leuai meco il P. Daniele da Rogiano, et nel passagio che feci per l'isola del Principe presi il P. Bernardo Maria da Saleme, e Fra Francesco Maria da Monte Albodo: E lasciai in S. Thomé il P. Cuangelita da Torino per Vice Prefetto et il P. Benedetto da Morano, quale era pochi giorni era gionto dal Brasile, e Fr. Tomerato d'Agliaso. In Ouerio fuij riceuuto con alegria da quel Ré e popoli quali da tanti anni uiueuano abanonati. Diedi la cura di questa missione al P. Bernardo Maria da Saleme et al P. Daniele da Rogiano. Si fabricò da nouo tutto l'hospitio. Desiderauo io passare al Benino, ma non potei per causa d'infirmità e delle guerre che uagrauano tra quei ré gentili.

L'anno poscia del 1718 nel mese di giugno feci regresso all'isola del Principe con Fra Francesco Maria da Monte Albodo, quale qui lasciai per seruitio della misione, giache si trauagliaua in construire nouo hospitio essendo stato il uechio abrucciato da Francesi quando saccheggiauano quell'isola. A questo hospitio resta hora far fabricato e far munito di tutte le cose necessarie, si per la chiesa che per uso domestico.

Alli 14 Agosto dell'istesso anno feci ritorno all'isola del Principe de S. Thomé oue pensauo ritrouare noui missionarij, ma all'ospitio trouai morto il P. Benedetto da Morano, et il P. Cuangalitá da Torino quale staua moribondo, come in fatto morí poscia in Brasile, oue lo mandai per curarsi. Qui in S. Thomé steti io solo, con Fra Domenico d'Agliano qualche tempo sola speranza mi giongessero missionarij, come in risposta di molte mie...

13-1-1731 Consulta: regarding letter of Capitão Mor of Princepe (seen by King 2-2-1731) — AHU codice 478, f. 234r-v

Se aconta que dice o Capitam Mor da illha de Princepe a respeito do Reyno de Oere en carta que o Rey escreve da necessidade que tem de padres que administrem os sacramentos aos suos vassallos e des imagens per a sua veneraçaõ e vay a carta en informaçaõ que se accuza o p.e

O Capitam Mor da Ilha do Princepe Joaõ Reiz Lima em carta de 20 de Novre. do anno passado da conta a V. Mag.de que havendolhe V. M.ag.de ordenado o informasa da formallidade do Reyno de Oere fixera nista toda a dilligencia de que resultam escrevir o Rey daquelle Reyno a V. Mag. a carta incluza de 16 de Agosto cod.o anno em que raprezenta a grande necessidade que tem de padres que administrem os sacramentos aos seos vassallos, e que taõ ben careciaõ das imagens de S. Christo, Conceiçaõ, S. Lourenço e S. Ant., porque as que foraõ para adquelle Reyno inviados pellos ex[cellent]es reis predecessores de V. Mag.de se achaõ muito damnificadas.

E ordenando se ao Superior dos Missionarios Ittallianos que assistam nesta costa informasse sobre o que conthem a carta do dito Rey de de Oere satisfez com a sua informaçaõ que com esta sobe a soberana prezença de V. Mag.de.

E dandose de tudo vista ao Proc.e da faz[end]a respondeo que se dessia fazer presentear a V. Mag.de a carta incluza para que V. Mag.de se sirva deferir a petiçaõ taõ justa come nella se faz, e que a informaçaõ que se juntava accompanasse da cons.ta

A o Cons.o parece que sera muy conveniente assim ao serviço de Deuz como a bem de toda aquella Christande que V. Mag.de seja servido ordenar se remeta ao Rey de Oere o que apponta o Superior dos Missionarios Ittallianos, en taõ bem as imagens que o d[it]o Rey pede na sua carta. Lxa. occ. al 13 de Janeyro de 1731. Costa S. Thomé, Souza Galvaõ.

1-6-1733 P.F. on the S. Tomé missions — APF, Acta v.?, ff. 597v-601r

XII. Venendo ora alle missioni della Prefettura di S. Thomè, il P. Pro[curato]re Gen[era]le da L[ette]ra A pag. 11, reduce a memoria dell'EE.VVe, come essendosi considerato nella Cong.e del 12 Settembre 1729 che per mancanza di missionari, parte morti e parte ritirati per infermità alla Bahia, erano rimaste quasi in un totale abbandonamento, con essersi chiusi quasi tutti gl'ospizi, fu decretata per allora la spedizione di otto missionari, oltre a quali era stato ordinato antecedentemente nell 1728 che se ne dovessero ogn'anno in avvenire spedire due, col riflesso che essendo il clima di quelle parti ardentissimo e intemperato, pochi vi resistono, e pochi ancora vi arrivano, siccome accadde nel 1726, che di otto religiosi soli due vi giunsero, ed uno di essi dopo un'anno vi morì.

A fine pertanto che non venga a perdervi una missione così antica e si fruttuosa, supplica che si ordini l'esecuzione di tale annuale spedizione, che quantunque stabilita nel detto anno 1728, non è stata mai sin'ora confermata per la mancanza de' necessari viatici, che importano scudi quaranta per ciaschedun religioso, essendosi eseguita sol quella degli otto missionari, parte nel 1730 e parte nel 1731, con speranza che qualcuno ve ne sia giunto, mentre si è ricevuto avviso del loro arrivo alla Bahia.

XIII. Dipende dalla Prefettura di S. Thomè l'isola vicina d'Annobuono, abitata da popoli che sanno d'esser figlioli de Cristiani, ma per mancanza di sacerdoti restando privi di coltura e de sagramenti, si trovano caduti in molti vizi e superstizioni. Nel 1726 vi si trasferì il P. Bernardo da Salemi allora Prefetto, il quale operò un gran bene in quelle anime, che già da 22 anni erano prive di ministri evangelici, battezandovi 335 persone, congiungendone una gran parte in matrimonio e togliendone più centinaia dall'inveterata abitazione nel male. Non vi si trattenne però che circa un'anno, e partì perchè l'età sua settagenaria non gli permise di restarvi solo per più lungo tempo. Vi lasciò peraltro da se fondato un piccolo ospizio, e similmente sette sette cappelle in diverse popolazioni, acciochè posessero radunarvi a farvi alcuni esercizi di divozione. Restano però que miseri isolani da quel tempo in quà nella medesima desolazione del passato, perchè la scarsezza de religiosi in cui si è trovata la missione di S. Thomè non ha permesso il modo di poterli soccorrere.

XIV. Nella stessa Visgraria sono le missioni d'Aiudà, Ardra, Sogno, Oveiro e Beni, ond'è che la cristiana religione vi si và quasi del tutto estinguendo, trovandovisi chiusi gl'ospizi, non solo per la mancanza del numero sufficiente de missionari ma altresì per la difficoltà della cummunicazione con S. Thomè, necessaria per loro occorrenti bisogni; ond'è che difficilmente si potranno indurre i missionari ad andarvi, se prima non vengono assicurati che almeno una volta l'anno vi vada da S. Thomè qualche bastimento.

Il Padre Procuratore Generale pertanto suggerisce che per l'esecuzione di ciò sarebbe necessario procurassi che dal Re di Portogallo si dassero gl'ordini opportuni al Governatore di S. Thomè, con somministrare un religioso sussidio à que' missionari che dovessero in que' luoghi esercitare l'apostolico ministero, aggiungendo in tal proposito la notizia che nell'anno 1731 giunsero in Lisbona lettere del Re d'Oveiro, il quale pregava il detto Re di Portogallo a voler mandargli missionari, atteso che egli e le sue genti già da 18 anni in circa n'erano privi, e conseguentemente senza sagramenti et senza parola di Dio.

In questo proposito però merita qualche riflessione una lettera scritta a questa S. Cong.e dal P. Girolamo da Scilla missionario di S. Thomè sbalzato dalla borasca al Congo, il quale in data de' 10 Febraro 1732 scrive (Lett.a M) che a riserva dell'isola d'Annobuono, ov'è gran campo di far profitto, negl'altri sudetti regni di Benin, Oveiro, Aiudà etc. sono i missionari inutili, atteso che essendo di tutti que' paesi, i popoli sono dispersi, e qualcuno di que' regoli, come quello di Benin, non permette che i suoi sudditi ricevano il battesimo. Conchiude dunque che senza perdere tanti religiosi e senza spendersi inutilmente da questa S. Cong.e tanto denaro per le spedizioni de' med. in tutta la Prefettura di S. Thomè, bastano sei soli missionari, cioè due nella città di S. Thomè, due nell'isola d'Annobuono, e due nell'isola del Prencipe, asserendo che tanto in S. Thomè quanto nella detta isola del Principe i popoli non hanno alcun bisogno de' Cappuccini, perchè no impiegandosi questi in altro che in dir la messa e in predicare la quaresima, quei cristiani hanno tutto il comodo di sodisfare alla lor divozione anche senza l'opera de' Cappuccini.

XV. Essendo passato all'altra vita il Prefetto delle sudette missioni de S. Thomè P. Pier M.a da Parma pochi mesi dopo giunto a quella residenza, il Proc. Generale propone per quell'uffizio il P. Andrea da Lucca, reputato per tutti i reflessi abilissimo, tanto più che dal defonto fu lasciato per Vice-Prefetto, come nel memoriale del detto P. Procuratore segnato N.

19-11-1733 Gov. of S. Tomé to King of Portugal — AHU, S. Tomé, caixa 4

Senhor.

O Provedor môr da Fazenda Real da cidade da Ba. me remetteo quatro imagens, hûa de Santo Christo, outra da Concepçâo que chegou com hu braco quebrado, e outro desgrudado, Santo Antonio, e Sâo Lourenço, tres frasqueiras de agoa ardente com falta nellas de tres frascos q. todos vinhâo emcertados, e hum quebrado, tres chapeos forrados de setim emcarnado, tres cortes de primavera, q. distem vinte covados cada corte, e tres rollos de tabaco grandes, hûa carta de V. Mag.e p.a D. Augostinho Rey de Oere, e a copia da ordem q. com estas couzas recebeo. p.a eu amandar executar, visto se nâo achar o Padre Frey Archanjo da Parma, nem na cidade da Bahia, e nem nesta Ilha, por della ter sahido doente p.a o Rio de Janeiro, como Pe. Frey Joâo Pedro seu companheiro, q. tambem vinha destinado p.a a missâo de Oere; mandey concertar a imagen da Concepçâo, e per fazer os frascos q. falzavâo nas ditas frasqueiras, por conta de Fazenda de V. Mag.de por me paresser nâo ser juste o remetterse tanto hûa couza, como....(3) outra na forma q. chegou; porem paresseume q. seria melhor visto ser faleçido o dito Dom Augostinho, e estar no governo hu' seu irmâo, q. se nâo remettessem as ditas imagens, com o pretexto de q. na embarcaçâo em q. houverem de hir, nâo havia lugar, e somente fosse o mais em companhia de algu' missionario, athe ver se havia lugar em q. se pudessem pôr as ditas imagens, ou ellos tratassem de fazer igrejas p.a ellas q. hun q. lâ havia, q. lhe chamavâo de Santo Antonio, estâ actualm.te servindo de curral de gado, e se as ditas nâo houverem de estar com a veneraçâo q. he devida melhor serâ q. fiquem e se dem a alguns igrejas desta Ilha q. bem caressem dellas por se excuzar de q. façâo o mesmo q. fizerâo a hûa do Santo Christo q. lhe deu hu' Joam Fernandes Lima morado na Ilha do Principe q. por couza de huas secas q. tiverâo a fizerâo em pediços.

A Christandade desta gente he tal q. em a mesma casa em q. tem a sua habitaçâo o Rey, tem tambem os seus idolos, e com mais decencia do q. as Imageñs Divinas; eu nâo duvido q. esta missâo faça algum fruto, porem serâ nos innocentes e a idade q. nâo tem uzo de rezâo, porem em os mais me dizem ser trabalho baldado, morm.te quando nella nâo ha asistencia de missionarios, e p.a haver estes e se conçervarem serâ preçizo terem os Religiozos Barbadinhos Italianos hûa embarcaçâo p.a conduzirem os ditos missionarios, e os proverem do necessario p.a o seu passadio, q. as terras sâo sô capazes p.a os naturais as habitarem, e nâo os Religiozos nascidos na Europa, e sem terem esta he impossivel a sua concervaçâo, porq. mais perto desta Ilha estâ a de Anno Bom, e des q. estou neste Governo nâo houve noticias della, e mais sâo tudos christâos, e se la se acha hum Religiozo Italiano, foi por a cazo vir do Brazil o poder comala [??], e delle nâo tem havido noticia algûa, e nem serâ facil, sô se pozitivam.te houvesse embarcaçâo q. la fosse.

A Ilha do Principe soçede m.as vizes passarem oito mezes our hum anno sem noticias della, e q. mais das outras, isto hê o q. por experiençia tenho alcançado e em que todos comcordâo, eu faço a minha obrigaçâo em dar conta a V. Mag.e para mandar o que for servido.

A Real Pessoa de V. Mag.e goarde Deus ms. as. Santo Thome de Nov.o 19 de 1733.

Haja vista o Proc. da faz.da. Lxa. oc.al 18 de Agosto de 1735.

Pareceme ser mui conforme a Real grandeza e piedade de S. Mag.e damparar e favorecer essa missao, nâo sô com o pouco que pedem os P.P. Capuchinhos Italianos, mas com tudo a mais q. for necessario p.a se fazer a Ds. este serviço tanto do seu Divino agrade.

10-7-1734 Gov. of S. Tomé to Olu of Warri — AHU, S. Tomé, caixa 4

Copia de carta escripta ao Rey do Oere.

R.e hûa carta de V. Mag.e pello Cap.m de hûa balandra desta Ilha chamado Mel. de Souza Ramos, e com ella a not.a de estar V. Mag.e acclamado Rey desse Reyno de Oere, de q. lhe dou os p.abeñs, e dezejarey se conserve nelle, com todas as prosperidades q. dez.a.

O R.do P. Fran.co Missionario Capuchinho entregará a V. Mag.e hûa carta de El Rey Meu Sor. acompanhada de tres rollos grandes de tabaco, tres frasqr.as de agoaard.e, tres cortes de ceda de vinte covados cada corte, e tres chapeos agabrados do ouro forrados de setim encarnado; e ficâo quatro imagens q. pella incapacid.e da embarcaçâo nâo podem hir, a saber: hûa de Sto. Xpo. outra de N. Sra. da Concepçâo, outra de Sto. Ant.o, e outra de S. Lour.co as quaes na primeira occ.am q. ouver p.a esse Reyno farey remetter; e entretanto terá V. Mag.e temp de mandar fabricar igreja em q. se pnhâo essas imagens com aquella decencia q. se fos precize, dando todo o favor p.a q. os P.P. Missionarios a exemplo de V. Mag.e possâo reduzir essas almas ao gremio da Igr.a Catholica Romana, pois este hê o fim p.a q. El Rey Meu Sor. os lâ manda, e do contr.o o saberá sentir. A pessoa de V. Mag.e g.de Deus ms. ans. Sto. Thome. 10 de Julho de 1734.

13-4-1735 Gov. of S. Tomé to King of Portugal — AHU, S. Thomé, caixa 4

Senhor.

Jâ dey conta a V. Mag.e em carta de vimte de Movembro de mil sete centos, e trinta e tres em como o Provedor da Bahia remettera quatro imagens, tres rollos de tabaco grandes, tres chapeos finos agoloadas de ouro jornados de setim encarnado, tres cortes de ceda de vinte covados cada corte, tres frasqueiros de agoa ardente, e hûa carta de V. Mag.e p.a dom Augostinho Rey de Oere q. tudo tinha entregue o Padre Superior dos Capuchinhos Italianos, e q. ficavâo as quatro imagens com pretexto de nâo haver commodo na embarcaçâo, thê selhe fazer igreja p.a poderem estar com decencia; e partindo o Padre Francisco Maria p.a Oere levou as ditas couzas, e a carta de V. Mag.e com hûa minha p.a o tal Rey Dom Augostinho, cuja copia remetto a V. Mag.e. O dito Padre me escreveo o pouco fruto q. lâ fazia, e q. detreminava na primeira occaziâo virse embora, por cujo motivo me paresse ser acertada a rezoluçâo de nâo remetter as ditas imagens, q. ficâo no Hospicio dos ditos Padres the V. Mag.e detreminar o q. dellas se ha de fazer.

A Real Pessoa de V. Mag.e garde Deus mtos. anos. Santo Thome aos 13 de Abril de 1735

Copia de carta escripta ao Rey de Oere.

19-8-1735 Consulta do Conselho Ultramarino — AHU, Sâo Tomé, caixa 4

Ao Cons.o parece por na presença de V. Mag.e o que informa o Governador de S. Thome, e o que responde a Superior dos Capuchinhos Italianos pello que se reconhesse ser muy conveniente ao serviço de Ds. e de V. Mag.e que V. Mag.e se sirva ordenar se mande fabricar huma embarcaçâo para transportar estes e outros Missionarios para as suas missoes, e que tâobem sirva de haver comunicaçâo com as Ilhas subjeitas áquelle Governo para a prompta expediçâo dos ordeñs de V. Mag.e.

E em quanto ao que representa o mesmo Governador á cerca das imagens de vulto que se achâo naquelle Governo para se remeterem para o Rno. do Oere, parece ao Conc.o q. V. Mag.e se sirva mandar ver esta materia por theologos para q. estes examinem se será ou nâo conveniente que estas imagens se remetâo áquelles neofitos.

Lisboa occidental 19 de Agosto de 1735.

no date, c. 1735 Consulta do Conselho Ultramarino — AHU, S. Tomé, caixa 4

Diz o Pre. Superior e Proc.dor dos Missionarios dos Capuchinhos Italianos que de presente se acha hu' Religioso Missionario para fazer una missâo para a Ilha de S. Thome; e reconhecendo a grande utilidade q. será p.a o serviço de Ds. nosso Sor. e de Sua Mag.de a comunicaçâo do Rey de Oveyro com a naçâo Portugueza por reconheçerem os Religiosos q. o ditto Rey só á estes quere admitir no seu Reyno, e ter expulsado todas as mais naçôes q. lá se lhe queriâo introduzir. Po cuja cauza recorre a V. Mag.e o do. Pre. pa.a que parecendo a este Cons.o conven.te esta boa amisade se faça hu' mimo a este Rey pellos dittos missionarios com carta de V. Mag.e p.a com mais facilidade se agrejar a sua vontade a dos nossos Portuguezes p.a aum.te da religiâo Catholica já entroduzida naquelle Reyno, cujo mimo entende a d.o Pr.e Superior seria melhor hûa pouca de agoa ardente pouco de tabaco hu' chapeo encarnado bordado, et algûas sedas p.a as mais roupas e por tanto.

P.ce V. Mag.e lhe faça m.ce attendendo as razoîs referidas mandar hu' mimo ao d.o Rey de Oveyro das couzas mensionadas acima para continuar a sua boa amizade com a nossa naçâo Portugueza et continuaçâo das missois no ditto Reyno.

Parece ao Cons.o q. pello m.to q. conven a serviço de Ds. e de V. Mag.e e a extençâo da Relligaiâo Catholica o ter a nossa devoçâo o Rey q. apponta este Relligiozo, seguindo-se da sua amizade o utillizarse todo o Estado do Br.l da extracçâo dos escravos q. se podem fazer nas suas terras, q. V. Mag.e haja por bem de q. se faze emprego nas couzas q. elle apponta the a quantia de 400 m.rés, q. por este meyo nâo sô o possa atrahir a tratar com nosso com toda a boa conrespondencia mas a todos os mais Reis daquella costa.

9-1-1747 P.F. on scarcity of missionaries — Acta, v. 117, f. 26

Il P. Proc.re Gn.le di Cappuccini rappresenta che di quanto religiosi spediti nel 1744 per la missione di S. Thomé, dice, benché Giovani è di buona complessione, appena arrivati in quell'isola vi lasciorono in meno di un mese la vita, ed il terzo si stime che sia morto nel viaggio di mare, non auendogli di esso uerun riscontro ne da Lisbona ne dalla missione -

Similm.te degli altri due destinati nell anno scorso 1746 uno solamente ha potuto imbarcagli, essendosi l'altro reso affatto inabile alla navigazione per una grave indisposizione supraggiuntagli.

E poiche la d.a missione resta con soli quattro missionarij, compreso il prefetto tutti iguali hanno già compito il settennio prefisso, anzi uno di essi, che ui ha faticato per un decennio domanda la permissione di riturnare in Europa. Perciò il sud.o P. Proc.re Generale inpora dall'E.E.VV. la spedizione di quattro nuoui missionarij e di un laico, quali esso propone -

La necessità di qta spedizane sembra evidente, poiché oltre a due missionarij che devono mantenersi fisi nell'isola del Pnpe, altri dovrebbero mandare nei regni adiacenti di Ouueiro, Arda, e Benin, ai quali da gran tempo non si è potuto in ueruno modo souuenire per la scarsezza di soggetti.

Quanto poi al laico, che si domanda l'istanza, pare similmente ragionevole perche si chede per sostituirlo a quello che fu accordato nel 1744 e che uno de' sud.i due morti appena arriuati alla missione.

18-5-1749 Illuminato di Poggetello to P.F. — APF, Scritture riferite, v. 5, ff. 177r -178v

Eminenza.

Per obedire a ceni, non che a comandi dell'Em. V. in renderla avisi di tuttocciò che passa di necessario nella missione di S. Thomè, dico con pura riverenza e ossequio, come io, passati pochi mesi di prefectura, mi pose in opportuna occasione nel Regno di Benin; e ciò, per haver udito dire et era la verità, che quel re desegava[??] algun dire. Gionto però in que' confini fui costretto dar addietro, perchè il detto monarca mi fa inferire per li suoi messi, che se volevo andare, andassi pure di buona voglia, ma che la spesa del viaggio haveva da essere a mio conto. Con che impedito io da dolori di scabia (salus all'Em. V.) e spoglio [..] di proprio?? diedi volta per la missione di Overi, dove giunto fui ricevuto con mediocre dimostrazione da quel rè e signori negri. Però, Em. S., lo.. poco fruto vi feci, singolarmente negli aprili?? in que' tre mesi, e più, che iui sogiornai, perchè non vogliono lasciare quelle sue antiche costumanze di danzare per giorno e notte, e quelle sue diaboliche superstizioni. E andando il Padre missionario si trova prezente con esso loro??, tutto nascondono. Partito il Padre, tornano al sicut erat, en quanto l'ho visto, e sperimentato di persona. Quelli anche genti dimostrano esternamente di credere tutto a tutto quel che dice il missionario, dicono che stà sopra?? detto, si che è verità, credono in Dio, in Jesu Christo, e ne' santi, à quali accendino ancora i lumi, ma in prattica poi come veri ateisti, tuto negano, e se accendino i detti lumi, come amano, à Santo Antonio, lo fano unicamente per chiedere a Dio, e al santo la vendetta contro di quelli, da quali vengono in agun modo offesi. Il Rè, il Capitão Magiore ed algun altro principale di qualittà gridano, esclamano al popolo; ma tutto in davno??, in ordin[e a] questo punto, per quanto si mostrino zelosi e desiderosi ancora essi di essere istrutti perchè ne facevono l'obedienza, ne fanno caso delle loro buone essortazioni. Basti lo dire, Eminentissimo Signore, che nè pur?? credono à miracoli, che succederono anticamente, e anche doppo la mia partenza, come mi fu riferito. In tale stato dunque si ritrova quell'antica missione. Il Signore Rè de Portugallo mandò loro alcune bellissime statue, ma io le trovai riposte in un cavione??, et al mio arrivo le tirorno fuora, e le posero sotto una capaña?? di paglia, così mezzo rovinate, come si trovavano. L'Em. Va. mi potrebbe rispondere di esservi necessario l'assistenza continua di un P. missionario, almeno, et io ne venero l'oracolo con riso se mi si permetta dire, e dichiarare le difficoltà che vi s'incontrano. In primo luogo, sappia l'Em. V. che ne si può l'entrare e uscir da quel porto e fiume ineguale, repieno per ogni parte di latroni che abitano tra quelle horride e accquose marchie, senza imbarcazione fatta à questo proposito, e questa non l'abbiamo, perchè se in S. Thomè vi stà un legno di suddetto Sig. Rè di Portugallo destinato per il Sig. Vescovo e PP. missionarj, ne e capace, secondo periti per quel porto pericoloso. In secondo luogo, hè necessario que il P. Missionario vi vadi ben provisto di cose comestibili, e per tutto il tempo che vi vuol dimorare, non vi essendo li che alcune radiche e frutti e pesuche si han da compare con luzio, consistente in alcuni frutti del mare a ben caro prezzo. E questa provisione non gliela può soministrare intieramente l'hospitio e missione di S. thomè che si mantiene per via di alcuna messa che si celebra. La terza difficoltà è que posto si possa rimediare all'altre due già dichiarate, non abbiamo poi missionarj bastanti per provvedere questa missione di Over. {178} Eminentissimo Signore, parlo sempre con il dovuto rispetto, da quando partij di Benin, che he nell'ano 1742, forono spediti per San Thomè da parte della Sacra Congregzaione da Propaganda della Fede missionarj computativi [si]no a tredici persone. Di quelli quattro passavono a meglior vita. E i tre altri si penitono e torarono in dietro; uno se ne [part]ì per la Bahia, benche con mia licenza, perchè così gravamente [in]fermo per la sua mortale infermità contagiosa, e tutti gli altri che res[tano], che sono sei di novi, con due padri che han[n]o lauorati?? li sette anni. Stettero vacilanti per andarsene via, o per l'America, o per B[a]hia.

Or veda adesso l'Em. Va. in quali constrezze mi pongano, ancora che ne meno io mi trova presentemente in S. Thomè, ma in Pernambuco, e sono stato qui da poco tempo per essermi sotto infermità interna e pene di lepra, che riportai da Over, ma di fatto per necessità, perchè così mi consultarono molti di passar via, olor?? di che spero nel Signore di tornar quanto prima nella missione assegnatame, vedendomi già missionario per voluntà di Dio. Desiderarei pertanto, che l'Em. Va., p[erche] le lo chiedo per carità ospica di degnarsi di rimediare à tali inconuenienti, ordinando lo che giudicarà ispediente in Domino: e se le paresse bene, per [fir]mare, e animare tali missionarj, cioè per quelli assegnati per [ ]ca in queste parti, come sono li destinati per S. Thomè e [ ]la: de questi o tutti o quasi tutti vi perdono la salute, se non l[a vit]a, maggiormente?? per qui dal Brasile, li quali passano a vita migliore.

9-3-1754 Anselmo d'Osimo — SR, v. 5, f. 240

Eminentis.i e R.mi Sig.ri

Fr. Anselmo d'Osimo Pred.e Cap.no della Prouincia di Roma, umilis.o oratore dell'Eminenze Loro, sono astratto fare una distinta e breue notitia alle Sud.e Eminenze Loro come ritrouandomi Miss.o indegnad. in S.to Thomé per lo spatio di cinque anni e mesi dieci, e sapendo che uari miss.i o prefetto per fini non del tutti ueui, ma secondarui anno scritto in Roma al A.mo Pad.e Procuratore cose poco uere domandando con molta istanza misso.i con fare credere la aperture di noue missioni in regni uicino a quest'isola di S.to Thomé e che tanto non si andaua estandando la Cattolica Romana Religione falta de operari.

Dico per discarico di mia conscenza alle E.E. Loro essere il tutto falzo, perche se si discorre del Regno d'Ouera confessa questo R.P. Prefetto che non si fà profitto alcuno con quella gente, ne può il Miss.o stare molto tempo per uari motiui, che sono mancanza di sostento, acqua pudre, clima perfido, popolo barbaro, e lingua che non con tanta facilità s'aprende.

In torno all'Isola del Principe sono stato colà cinque anni non ho uisto ne tampoco mi costa niuna riforma di uiuere Cattolico, e di dieci mil anime, in circa, inuido se saranno cento che ueramente se sapiano confessare, ne tampoco lo uogliano aprendere.

In qt. Isola di Santo Thomé stanno i P.P. Missionari in una perpetua otiosità, perche poco se predica, ed il frutto è tanto scarso che basta dire che nel corso di ottanta e più anni non si uede profitto alcuno da che sono aperte queste missioni. La missione di Anobò consiste in un solo missionario, e questo pursì?? isole del poco frutto....

Alli 9 Marzo, Isola di S. Thomé 1754

3-11-1770 Governor of São Tomé to King of Portugal — AHU, S. Tomé, caixa 7, n. 16

16. Em obseruancia do Cap. 4o da dita instruçaõ em que me ordena naõ deixe sahir desta ilha ao p[adr]e Fr. Felis Barbadinho, chegando a ela tiue notissia de hauer partido para o Reyno de Benim a fasser miçaõ comduzido de hum Pedro Botica de naçaõ italiana, e morador na ilha do Principe, que delà vejo a esta parte solamente em procura do dito Padre, a fim dequando in quando em sua companhia seria mais bem sosidido no negosio do seu batelaõ, e me siguraraõ que se naõ fora a induçaõ do dito Pedro Botica, tal viagem naõ faria o dito Padre, majormente, por hauer dois meses que o Reuerendo Cabido desta ilha havia mandado para a mesma misaõ o conigo Joaõ Al[uare]z, uindo que seja o dito Padre Fr. Felis, executarei o Cap. 4o da referida instrucçaõ.

28-2-1771 Governor of S. Thomé to King of Portugal — AHU, São Tomé, caixa 7

O numero de sacerdotes que he nestas ilhas e sua ignorancia, e o sue maõ procedimento saõ huma das causas porque a religio catholica se ache taõ decadente. Os ministros de Igreja naõ a sabem, nem a praticã, aos vilhas segem as ovelhas e o exemplo do pastor e todos vevem em desordem.

Este grave mal necessita hum prompto remedio, para o futuro, naõ se admetindo ao sacerdocio pessoa alguma destas ilhas sem hum grave exame de instrucçaõ de religio, lingua latina e moral, porque de qui saem pretos descalços, e ignorantes en altaõ sacerdotes, enganando os compasivos prelados as suas promessas de se aplicarem, e a esperança de que como sabem a lingua do pais poderaõ faser grande beneficio as almas.

Logo que como carater sacerdotal se les instituem a estas ilhas fasem as suas casas huns serralhos e, cercados de filhos e concubinas, estaõ exercendo o ministerio de parochos, dando neste parte, como em serem publicos usurarios e negociantes, o mais escandaloso exemplo.

Tambem a muita franquesa em ordenar pretos fas entre elle menos veneravel a religiaõ. E nas misoês que vaõ faser a Reino de Oeri oscuresem muito o credito da ley catholica, porque buscaõ este santo miso para servir a sua cobiça e ao seu apetite, de forma que me consta por pessoa de verdade que asi disem pretos naõ saõ para ministros de Jesu Christo.

Com este conhecimento lembro a V. Ex.a que se os P.P. que fueraõ parochos de Anno Bom tiverem alguma desordem com os seus fragueses, nasce de seu maõ procedimento por que se persuadem o mal procedido naõ he ministro de Deos, supponho que creaçaõ dos P.P. Barbadinhos Cp. exemplares na castidade, nestes partes.

Deus pd.e a V. Ex.a muitos annos. Ilha do Principe e[n] Fevereiro vinte e oito de mil setentos e setenta e hum.

Al..Excellentissimo Snr. Martinho de Mello e Castro
O Guvidor Caetano Bernardo Pime Castro Mesquite.



Note 1: In 1705 the Procurator General of the Capuchins sent to São Tomé Francesco da Collevecchio, Francesco Maria da Segni and Cipriano da Napoli, the latter as new Prefect. Cipriano da Napoli had trouble with the bishop [lettera del Nunzio, Lisbon, 10-7-1708; APF, SR, v. 3, f. 437], with the civil authorities [Lettera di Giovanni Giacomo Romano e Celestino d'Apra, Genoa, 17-11-1708; APF, SR, v. 3, f. 447], and with a Capuchin, Giuseppe da Taranto, who then returned to Italy [writing from Genoa, 20-3-1712; APF, SR, v. 4, f. 64]. Then the authors of this report returned to Rome and presented the report discussed in this document; cf. Salvadorini, p. 216.

Note 2: According to Michele da Tugio, editor of Bullarium Ordinus Fratrum Minorum, Cipriano da Napoli did as the Portuguese ordered and before 1714 changed the text of the donation to be in favour of the Portuguese Crown.

Note 3: Here there is a tear in the document.